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Le poesie di eVangelo

Salmo  88


di Giovanni Diodati
Trascritto da eVangelo

Salmo 88

Signor, in cui riposa
de la salute mia l'unica speme:
nel tuo cospetto, voce dolorosa
spando, in angosce estreme.
Notte, ne dì, non ho tregua, ne posa.
Davanti a te pervenga il prego mio,
ed al gridar porgi l'orecchio pio.
Che l'alma soverchiata
emmi d'affanni, e di gravose doglie.
Ell'è del chiostro de la morte entrata
fin'a l'opache foglie,
già fra' giacenti in terra annoverata.
E'n questa frale mia scorza terrena,
rassembro un huom, senza virtù, ne lena.
Già sono posto in bando
d'aura vital, come gli uccisi in guerra
da la tua desta, e fulminante brando:
ch'abissati sotterra,
unque in eterno non vai rimembrando.
Già mi calasti entro a caverne ombrose,
in cupi avelli, e fosse tenebrose.
Mi fa ferma dimora
il grave cruccio tuo sopra la testa.
De' tuo' flutti sonanti ad hora ad hora
m'abbatte la tempesta.
D'ogni gratia, ed amor d'amici fuora
sì mi ponesti, c'hammi a sdegno, e schivo.
I' son distretto, e d'ogni uscita privo.
 Gli occhi d'un fosco velo
la funesta del cor doglia m'ingombra,
a te grido ognidì d'acceso zelo:
e de le mani l'ombra
scarna, Signor, spando tuttor' al cielo.
Vuoi tu far meraviglie inverso i morti!
Forse ti loderan' essi risorti?
Di tua benignitade
potransi i vanti dir ne l'imo inferno?
O bandirassi la tua veritade
ne lo sterminio eterno?
Ed in quelle d'oblio scure contrade
intoneransi ognor canzoni nuove,
di tua giustitia per l'eccelse prove?
Hor, pur' a te, Signore,
de l'angoscioso cor' i' gitto i gridi:
e tuttodì ti spiego al primo albore
i mie' concetti fidi.
Ohime, perché lontan dal tuo favore
l'adirato rigor l'alma mia scaccia,
e mi nascondi la beata faccia?
Afflitto, e bisognoso,
i' son, e pel ruggir mi vengo manco.
De' tuo' spaventi il fascio faticoso,
tutto spossato, e stanco,
porto, e ne son smarrito, ed ansioso.
I tuo' terror m'hanno atterrato, e scosso.
Di rapidi torrenti
in guisa, m'hanno circondato attorno,
ad alto fiotto contra me correnti
di forza, tutto giorno:
Tu dileguasti amici, e conoscenti:
ogni compagno mi s'è fatto strano,
e'l ricercarne alcun mi fora in vano.

 

 

 


Data: 19/03/2003
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