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Le meditazioni di eVangelo

Il nuovo (Giovanni 13:31-38)


di RED
Trascritto da eVangelo

Con l'uscita di Giuda dal cenacolo, Gesù vede approssimarsi la propria glorificazione e vuole raccomandare i discepoli di praticare la più grande delle virtù: l'amore.

Questa virtù che esprime la persona di Dio e che era giunta fra gli uomini nella persona di Gesù, Egli la vuole trasmettere e far praticare ai Suoi discepoli ed a tutta la Sua chiesa. Perciò si rivolge ai Suoi per dire: «Io vi do un nuovo comandamento che vi amiate gli uni gli altri». (v.34).

Nella legge era scritto di amare il prossimo come se stessi; quindi a prima vista può sembrare che quello che dice Gesù non è nulla di nuovo. Ma considerando il valore della legge e la sua applicazione, scopriamo che nessuno era riuscito a soddisfare tale richiesta e Gesù venne proprio per adempierla.

Gesù poteva disporre di tutti gli eserciti celesti, di ogni autorità «in cielo e in terra» ma preferì la via dell'amore e della umiliazione, per conquistare gli uomini e così vincere la potenza del male. IL «nuovo» era perché Gesù stava amando i discepoli anche se tra poco questi l'avrebbero lasciato solo nella preghiera, nelle mani del Sinedrio e nell'agonia del Calvario. Proprio in questo, dirà l'apostolo Paolo «Iddio mostra la grandezza del suo amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi». Questo è vero amore disinteressato.

Gesù disse altrove: «Se amate solo quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno i Pubblicani lo stesso? Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano».

Questo è il «NUOVO» che i discepoli dovevano praticare. Quello che la legge dichiarava giusto verso i nemici, i discepoli dovevano superarlo e vincerlo con l'amore.

L'odio non doveva più esistere per i discepoli, ogni forma di violenza doveva cessare, perché in tutto dovevano somigliare al Maestro (v. 34) ed essere «figliuoli del Padre ... che è nei cieli», perché bisogna essere «perfetti come è perfetto il Padre ... celeste».

Questa virtù così importante rimane la prerogativa che deve distinguere i discepoli di Gesù (v. 35) in questo mondo pieno di odio e di violenza.


Data: 11/04/2000
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