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Opuscoli cristiani - Conosci Gesù

Risposte ai miei amici cattolici


di C.B.
Trascritto da eVangelo

RISPOSTE AI MIEI AMICI CATTOLICI

Certamente desideri avere risposte chiare che non cerchino di sfuggire alle tue domande. Ciò è giusto. Leggi allora quanto segue e studialo attentamente.

Sarai sorpreso! Sentirai la necessità di procurarti una Bibbia per renderti conto personalmente della veridicità delle nostre affermazioni. Fallo! Non esitare! Questo studio ti permetterà di conoscere veramente Dio.

PERCHÉ VOI EVANGELICI NON VENERATE LE IMMAGINI?

Ciò che maggiormente distingue gli evangelici è l'insistenza con cui si afferma che ognuno deve conoscere Dio e poi avere un contatto continuo con Lui, in un modo personale, non attraverso immagini. Uno dei temi maggiori della Bibbia è il rifiuto da parte di Dio di far costruire delle immagini da adorare.

Nel secondo comandamento Iddio ordina: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna... non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servir loro...» (Esodo 20:4-6). (Tutti i passi citati in questo opuscolo sono presi dalla Bibbia). Nell'insegnare i dieci comandamenti la Chiesa Cattolica Romana elimina questo comandamento dimostrando in tal modo di saper bene che anche le sue immagini sono proibite. Per raggiungere comunque il numero di dieci, essa divide il decimo comandamento «Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo» (Esodo 20:17), in due comandamenti, il nono e il decimo: «Non desiderare la donna d'altri». «Non desiderare la roba d'altri».

Così viene nascosto il fatto che il secondo comandamento è stato eliminato.

Alcuni affermano che se si dovesse osservare letteralmente il secondo comandamento, non si potrebbero avere neppure le foto delle persone care. La Bibbia ci spiega al contrario, che le immagini proibite sono quelle a cui offriamo un culto di venerazione: «Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite né statue, e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono l'Eterno, l'Iddio vostro» (Levitico 26:1).

Altri dicono che questo comandamento ha valore solo per le immagini pagane, ma noi vediamo invece che:

  • a) Mosè spiegò agli Ebrei, il popolo di Dio di quel tempo che Dio non si era mostrato quando parlava loro, appunto perché non facessero di Lui alcuna immagine: «Vegliate diligentemente sulle anime vostre, affinché non vi corrompiate e vi facciate qualche immagine scolpita» (Deuteronomio 4:15-16; leggete anche i versetti 17-19).
  • b) Iddio lodò il re degli Ebrei per aver distrutto un serpente di rame innalzato precedentemente per Suo chiaro ordine, ma non per venerarlo.

Molti anni dopo che fu costruito, Dio ritenne opportuno distruggerlo perché si era cominciato a venerarlo: «Egli fece ciò ch'è giusto agli occhi dell'Eterno, interamente come avea fatto Davide suo padre. Soppresse gli alti luoghi, frantumò le statue, abbatté l'idolo d'Astante, e fece a pezzi il serpente di rame che Mosè avea fatto; perché i figliuoli d'Israele gli aveano fino a quel tempo offerto profumi» (2 Re 18:3-4).

Altri ancora sostengono che le immagini erano proibite soltanto durante il periodo dell'Antico Testamento, e che siano accettabili ora che viviamo nel tempo del Nuovo Testamento. A questi ultimi rispondiamo che anche il Nuovo Testamento parla molto delle immagini, e sempre contro di esse, esattamente come l'Antico Testamento. In uno degli ultimi brani del Nuovo Testamento leggiamo: «Figliuoletti, guardatevi dagl'idoli» (1 Giovanni 5:21). «Perciò, cari miei, fuggite l'idolatria» (1 Corinzi 10:14). Vedi anche 1 Corinzi 6:9; 10:7; Atti 7:39-42; 17:16, 29; Romani 1:23; 1 Pietro 4:3; Apocalisse 2:14; 9:20; 21:8; 22:15.

La chiesa dei primi secoli non usava immagini. Queste entrarono nelle chiese per uso ornamentale alla fine del III secolo. Nel V secolo furono usate per istruire e, in seguito, considerate come sacre. Vennero accettate dal Consiglio di Nicea nel 787 e da quello di Trento nel 1562 d.C.

Secondo la tradizione, quando si prega l'immagine di un santo, si prega e si venera il santo stesso. Tuttavia neanche questa è una ragione che giustifica le immagini poiché Dio ordina di non farle, come abbiamo letto nei precedenti passi biblici. Anche la stessa Chiesa Cattolica Romana fra i tanti cambiamenti di questi ultimi anni, sta togliendo le immagini dalle chiese in molti luoghi, specialmente all'estero.

Inoltre, le immagini che vengono venerate non raffigurano veramente i santi, perché essi mai posarono per gli artisti. Sono invece immagini di uomini presi a modello o create dalla fantasia degli artisti. La chiara conseguenza è che non si venerano le immagini dei santi, ma le immagini di coloro che l'artista ha voluto prendere a modello.

Il fatto che la Bibbia contenga non pochi, ma moltissimi passi che proibiscono le immagini, rende chiaro che questo è un soggetto di grande importanza per Dio. Chi vuole approfondirsi leggendo tutti i seguenti versetti si renderà conto da sé quanto sia peccaminoso usare immagini: Salmo 115:4-9; Isaia 44:8-20; Geremia 10:3-16; Esodo 23:24; 32; 34:13; Levitico 19:4; Numeri 33:52; Deuteronomio 5:8-9; 9:12-17; 16:21-22; 27:15; 2 Re 17:9-16; 2 Cronache 33:19, 22; 34:3-4; Salmi 78:58; 97:7; 106:19-20; 135:15-18; Isaia 8:19; 10:10-11; 30:22; 31:6-7; 42:8-17; 45:20; 46:6-7; Ezechiele 16:17; 30:13; Daniele 3:1-18; Osea 11:2; 13:2-4; Michea 1:7; 5:12-13; Habacuc 2:18-20.

Inoltre i santi, non essendo Dio, ma uomini, non possono trovarsi in tutti i luoghi dove gli uomini li pregano, né possono sentire le migliaia di voci che a loro si elevano contemporaneamente.

Dio ci ama e vuole avere la nostra amicizia, la nostra comunione, la lode, l'onore, la venerazione e l'adorazione. Egli dice di essere geloso dei nostri affetti. Come si sentirà quando li rivolgiamo invece ad un pezzo di pietra o di legno, immagine di un qualsiasi santo? È altresì un'offesa grande affermare che Dio è meno compassionevole dei santi come implica l'esempio comunemente usato dai cattolici. Essi dicono: «Un uomo desidera un posto di lavoro in una certa fabbrica. Questi, non conoscendo il direttore, si reca da suo zio che gli vuole bene e che è amico intimo del direttore, ottenendo per mezzo di lui il posto ambito». Nell'esempio, i santi sono paragonati allo zio che ci vuole bene, mentre Dio è raffigurato nel direttore che non pensa neppure a noi. Questo pensiero è una vera bestemmia! In verità è Dio che ci ama e ci conosce, ed egli vuole che ci accostiamo direttamente a Lui. La Bibbia afferma: «Perché non abbiamo un Sommo Sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno (Cristo) che in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno» (Ebrei 4:15-16; vedi anche Efesini 3:12).

Quanto detto porterà ad una domanda: «Credono i Cristiani evangelici nei santi?» Sì. Noi Cristiani evangelici crediamo nei santi, ma nel modo in cui ne parla la Bibbia e ciò è completamente diverso dal tradizionale concetto cattolico. Proprio perché li crediamo cerchiamo di ubbidire a quello che essi scrissero nella Bibbia.

La Bibbia dice che tutti i credenti sono santi, perché santificati per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. La parola «santo» nel Nuovo Testamento viene usata per indicare i credenti come gruppo e non per distinguere una persona dalle altre perché più pura o perché fa miracoli. Questo è chiaramente comprensibile dal modo in cui l'apostolo Paolo si serve della parola «santo» nella lettera agli Efesini: «Ai santi che sono in Efeso...» (Paolo scrisse queste parole a persone ancora viventi). Vedi anche Efesini 1:15,18; 2:19; 3:8, 18; 4:12; 5:3 e 6:18; Romani 1:7; Atti 26:10; 9:13, 32. I credenti della chiesa di Corinto erano santi (1 Corinzi 1:2; 6:11; 14:34) eppure avevano ancora dei difetti (1 Corinzi 1:11; 3:1; 11:22).

Inoltre, noi non preghiamo i santi e non offriamo loro venerazione, perché:

  • a) nella Bibbia non troviamo nessun caso di qualcuno che lo abbia fatto, né nessuna indicazione che bisogna farlo;
  • b) la Bibbia dice: «Adora il Signore Iddio tuo, e a lui solo rendi il tuo culto» (Luca 4:8);
  • c) nella Bibbia leggiamo che né gli uomini, né gli angeli di Dio permisero ad alcuno di prostrarsi loro dinanzi, anzi risposero che bisognava prostrarsi solo davanti a Dio: «E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gettò ai piedi, e l'adorò. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: Lèvati, anch'io sono uomo!» (Atti 10:25-26). Vedi anche Atti 14:15 e Apocalisse 22:8-9;
  • d) i santi non possono essere nostri mediatori davanti a Dio perché abbiamo un solo mediatore: Gesù Cristo. «Poiché v'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti» (1 Timoteo 2:5-6 Giovanni 16:26-27).
  • e) l'apostolo Paolo, uno dei «santi», mostra chiaramente ai Filippesi che egli poteva essere loro di aiuto soltanto vivendo (Filippesi 1:23-26).

Per rispondere a chi dice che i santi esaudiscono le preghiere facendo miracoli, ricordiamo che ci sono due fonti di potere spirituale: Dio e le forze diaboliche.

Dio dice che non dobbiamo farci delle immagini. Quando dunque i miracoli sembrano essere fatti dai santi e spingono le persone all'idolatria, sappiamo di sicuro che non possono provenire da Dio. Inoltre, i miracoli vengono attribuiti anche a coloro che prima erano santi, ma che la stessa Chiesa Cattolica Romana adesso afferma che non sono mai esistiti: Santa Filomena per esempio, che fra l'altro avrebbe guarito miracolosamente Papa Pio X.

Anche tu, dunque, puoi diventare santo, credendo in Gesù Cristo come Salvatore: «Noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre» (Ebrei 10:10). Vedi anche Atti 26:18.

DA DOVE NASCONO LE DIFFERENZE FRA GLI EVANGELICI E LA CHIESA CATTOLICA?

La causa principale delle differenze fra noi e i cattolici deriva dal fatto che i Cristiani evangelici accettano soltanto la Bibbia come unica fonte per stabilire una dottrina, mentre il cattolicesimo ad essa aggiunge la tradizione e le varie decisioni della Chiesa. Infatti in questi ultimi anni abbiamo assistito a dei cambiamenti nell'ambito della Chiesa Cattolica Romana: di dire la messa non più in latino, ma in italiano; permettere la carne il venerdì; concedere una leggera colazione prima della «comunione»; ecc. Tutto questo evidenzia che la Chiesa è suscettibile di cambiamento e che, quindi, non può in ogni tempo concordare in ogni punto con la Bibbia. Coloro che seguono la tradizione non lo ammettono, ma nei secoli scorsi vi sono stati dei cambiamenti in netto contrasto con l'insegnamento biblico, e per questo non possiamo accettare ogni punto della dottrina cattolica romana.

Le tradizioni, dalle quali hanno origine le differenze, cominciarono a formarsi soprattutto dopo l'anno 300, e sono divenute poi dottrine cattoliche. I cambiamenti si sono verificati gradualmente nel corso dei secoli, proprio nello stesso modo in cui ancora oggi si verificano. Le ragioni per cui accettiamo la Bibbia, anche quando essa diverge dalla tradizione opponendovisi, sono le seguenti:

  • a) la Bibbia afferma la sua ispirazione divina: «Ogni Scrittura è ispirata da Dio...» (2 Timoteo 3:16); ispirazione accettata anche dalla Chiesa Cattolica Romana.

  • Molte prove mostrano che essa è veramente ispirata. Un esempio evidente sono le profezie adempiute;
  • b) la Bibbia afferma di contenere tutto quello che è necessario per rendere perfetto il cristiano.

  • Essa dice: «Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona» (2 Timoteo 3:16-17). Non occorre perciò aggiungere la tradizione;
  • c) nella sua seconda lettera, l'apostolo Pietro dice che la Bibbia è più ferma di ciò che egli aveva veduto e udito, perché scritta da uomini «...sospinti dallo Spirito Santo» (2 Pietro 1:16,21).

  • Perciò essa è più attendibile della tradizione umana. Il Nuovo Testamento, è vero, parla di tradizione, ma sempre contro di essa. Gesù ebbe a dire: «Voi, lasciato il comandamento di Dio, state attaccati alla tradizione degli uomini... annullando così la parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata» (Marco 7:8, 13). Vedi anche Matteo 15:2-6; Colossesi 2:8; 2 Tessalonicesi 2:15; 3:6; Galati 1:14:
  • d) alcuni sostengono che la Chiesa Cattolica Romana sia la sola capace di interpretare la Bibbia. L'apostolo Paolo, al contrario, loda grandemente i cristiani di Berea, perché esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se le cose che egli insegnava corrispondessero a verità (Atti 17:11). Se l'insegnamento di Paolo, Apostolo e testimone di Cristo, era subordinato alle Scritture (la Bibbia) molto di più dovrebbe esserlo quello della Chiesa oggi;
  • e) altri, appoggiando la posizione della Chiesa Cattolica Romana, dicono che la Bibbia non contiene tutto ciò che Gesù e gli apostoli insegnarono. Questo è vero, la stessa Bibbia lo afferma; ma il fatto non autorizza a sostenere cose esplicitamente contrarie a quanto scritto (Apocalisse 22:18-19; Marco 7:3-13). Abbiamo nella Bibbia ciò che basta per la nostra fede (Giovanni 20:30-31; 2 Timoteo 3:16-17).

  • È chiaro che le differenze fra noi evangelici e la Chiesa Cattolica Romana vengono non da interpretazioni diverse della Bibbia, o da Bibbie diverse, ma dall'aggiungere la tradizione alla Bibbia.

QUAL È LA DIFFERENZA PIÙ IMPORTANTE FRA CRISTIANI EVANGELICI E CATTOLICI?

Noi evangelici seguiamo l'insegnamento dato da Dio nella Bibbia a proposito della salvezza. Tutti siamo peccatori e abbiamo bisogno di essere salvati (Romani 3:23). Dio, nella Sua misericordia, ha provveduto questa salvezza nel Suo Figliuolo, come dice il Vangelo di Giovanni: «Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3:16).

Da soli non possiamo ottenere la salvezza. Infatti sta scritto: «Poiché è per grazia che voi siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non vien da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù d'opere, affinché nessuno si glori» (Efesini 2:8-9). Nessuno sarà salvato per aver compiuto opere buone: «Poiché perle opere della legge nessuno sarà giustificato al suo cospetto» (Romani 3:20). Vedi Galati 2:16; 10-14; 5:4. Se fosse possibile essere salvati ubbidendo alla legge di Dio, la morte di Cristo sarebbe stata vana. Infatti la Bibbia dice: «Se la giustizia si ottiene per mezzo della legge, Cristo dunque è morto inutilmente» (Galati 2:21).

Nella lettera ai Romani leggiamo: «Non v'è distinzione; difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù, il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d 'esso» (Romani 3:22-25). Pentiti dunque dei tuoi peccati! Cristo è morto personalmente per te sacrificandosi sulla croce per la tua salvezza. Egli non ha pagato solo per il peccato originale, ma per tutti i peccati. L'apostolo Giovanni scrive: «...il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato» (1 Giovanni 1:7). Come possiamo vedere; Cristo ha compiuto tutto per la nostra salvezza. Essa è un «dono di Dio» (Efesini 2:8-9); tutto quello che dobbiamo fare è accettarlo credendo che Cristo, il Figliuolo di Dio, ci salva, perché la salvezza, ossia la vita eterna, è solo in Lui. La Bibbia afferma: «Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo di Dio, non ha la vita» (1 Giovanni 5:12).

Accettare il dono di Dio significa credere che quando Cristo morì sulla croce egli pagò per la tua personale salvezza. Giovanni, l'apostolo amato da Gesù, scrive ancora: «A tutti quelli che l'hanno ricevuto egli (Cristo) ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome» (Giovanni 1:12). L'apostolo Paolo, avendo sperimentato nella propria vita questa grande salvezza, scrive: «Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore» (Romani 5:1).

Oggi stesso, con un semplice e sincero atto di fede tu puoi essere salvato; Gesù dice: «Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori» (Giovanni 6:37).

AVETE LA MESSA COME LA CHIESA CATTOLICA?

Abbiamo la santa cena o comunione, ma questa non è la messa.

La forma esteriore della messa, recentemente, si è avvicinata molto a quella della santa cena, ma le differenze dottrinali sfortunatamente sono rimaste. La dottrina cattolica romana, secondo il Concilio di Trento, afferma che ogni messa è un sacrificio propiziatorio che viene offerto per espiare i peccati dei viventi e dei morti. Questo non possiamo accettarlo, perché la Bibbia insegna chiaramente che Cristo ha offerto sé stesso come «un unico sacrificio per i peccati» (Ebrei 10:12; vedi anche Romani 6:9-10), e che non vi è bisogno di ulteriori sacrifici perché «questo egli ha fatto una volta per sempre quando ha offerto se stesso» (Ebrei 7:25-27; 9:22, 25-28). Quindi non possiamo rinnovare il Suo sacrificio per aiutare le povere anime del purgatorio. Notate bene che la Bibbia non parla affatto di purgatorio. Inoltre, fatto molto importante, la necessità di ripetuti sacrifici dà l'idea che il sacrificio di Cristo non sia stato sufficiente per l'espiazione dei nostri peccati, ma che necessiti contribuire ad essa con numerosi altri sacrifici complementari. Dio afferma, al contrario, che il sacrificio di Cristo non può essere ripetuto perché è sufficiente per tutti i tempi per la remissione dei nostri peccati: «E non mi ricorderò più de' loro peccati e delle loro iniquità. Ora, dov'è remissione di queste cose, non c'è più luogo a offerta per il peccato» (Ebrei 10:17-18).

La Bibbia insegna che «Il sangue di Gesù... ci purifica da ogni peccato» (1 Giovanni 1:7). Accanto alla teoria del sacrificio giornaliero di Cristo, c'è la tradizione cattolica secondo la quale la sostanza del pane e del vino viene cambiata effettivamente nel corpo e nel sangue di Cristo. Il miracolo viene chiamato transustanziazione. Questa tradizione si introdusse nella Chiesa circa nel 380 d.C.. Divenne dogma di fede nel 1215 ed i cattolici cominciarono ad inginocchiarsi davanti all'ostia nel 1226.

La Chiesa, accettando questa tradizione, cerca di sostenerla con le parole di Gesù: «...Questo è il mio corpo...», ma queste parole non insegnano che il pane subisce un cambiamento diventando letteralmente carne di Cristo. Gesù, dopo aver detto «...Questo è il mio corpo...», nello stesso brano chiama il pane per ben tre volte «pane» (1 Corinzi 11:24-28). Lo stesso pensiero lo troviamo riguardo al vino, che viene chiamato frutto della vigna (Marco 14:25), quando invece doveva già essere stato cambiato in sangue. Così per poter interpretare letteralmente le tre volte che viene chiamato pane, è necessario interpretare figurativamente le parole «...Questo è il mio corpo...» nello stesso modo in cui interpretiamo le parole di Cristo: «Io sono la porta».

Nella messa non avviene alcun cambiamento, mentre nei miracoli di Cristo ciò era evidente. Quando per esempio Cristo cambiò l'acqua in vino, fu chiaro a tutti che non si trattava più di acqua, ma di vino (Giovanni 2:9-10).

Questo cosiddetto cambiamento è impossibile anche perché attualmente Cristo si trova corporalmente in cielo. Ci viene spiegato in Atti 3:21 e riaffermato in Ebrei 10:12: «Questi, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è posto a sedere alla destra di Dio».

Cristo insegnava ai Suoi discepoli di fare la santa cena in ricordo di Lui: «Fate questo in memoria di me» (1 Corinzi 11:24).

COME MAI I PASTORI EVANGELICI SI SPOSANO?

La Bibbia dice con molta chiarezza che sposarsi non è proibito per coloro che vogliono piacere a Dio. Infatti, essa specifica: «Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola moglie... e tenga i figliuoli in sottomissione» (1 Timoteo 3:2).

Inoltre, Dio spiega che l'atto sessuale fra due persone sposate non è peccato (1 Corinzi 7:1-5). In questo passo, ai coniugi viene comandato di non privarsi l'uno dell'altro e di dare ciascuno il proprio corpo all'altro. In Efesini 5:22-23 Dio sceglie la relazione fra marito e moglie come esempio della sua relazione fra i credenti, dicendo che la moglie deve essere soggetta al marito come la Chiesa è soggetta a Cristo, e che il marito deve amare la moglie come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per la sua purificazione:. Poi, aggiunge che come il credente è membro del corpo di Cristo, così marito e moglie «diventeranno una stessa carne».

È vero che chi non è sposato è più libero di svolgere l'opera di Dio, ma è anche vero che Dio dice: «È meglio sposarsi che ardere» (1 Corinzi 7:9).

Pietro, secondo la Chiesa Cattolica Romana, era vescovo e primo Papa, però era sposato (Matteo 8:14; 1 Corinzi 9:15). Questo mostra chiaramente che il celibato del clero non è un comandamento di Dio. Esso fu imposto al clero da alcuni sinodi (Elvira, Orange, Arles, Agde, Toledo) e dal Concilio Lateranense del 1139. Fu una decisione sbagliata perché molti preti non riescono a vivere tutta la vita senza il rapporto sessuale, e Dio considera le relazioni tra persone non sposate come peccato estremamente grave (1 Corinzi 6:9-10, 18; Atti 15:28-29; Apocalisse 21:8). I poveri preti che non riescono a resistere e cadono in peccati sessuali hanno una più severa condanna da Dio e scandalizzano molti. Oggi giorno la grande maggioranza dei preti vorrebbe essere libera di sposarsi, ma finora questa decisione sbagliata, presa tanti secoli fa, non è ancora stata corretta. Forse perché solo i Papi hanno autorità di cambiare questa regola della Chiesa Cattolica Romana, e di solito essi sono molto vecchi!

Non stiamo dicendo che tutti i preti e tutti i pastori devono sposarsi, ma che sposarsi o no deve essere una decisione personale, conforme all'insegnamento della Bibbia. Infatti, l'apostolo Paolo non era sposato, ma Pietro si. Sì, crediamo in tutto quello che la Bibbia dice di Maria, ma respingiamo quanto aggiunto dalla tradizione. Non preghiamo Maria perché la Bibbia insegna: «...Adora il Signore Iddio tuo, e a lui solo rendi il tuo culto» (Luca 4:8).

I sostenitori del culto mariano affermano la necessità di pregare Maria perché tutto quello che ella chiede a Cristo le viene concesso. Nella Bibbia non troviamo mai che qualcuno sia andato da Gesù, o si sia rivolto a Dio per mezzo di Maria. Leggiamo invece: «V'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo» (1 Timoteo 2:5). Gesù stesso disse: «Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Giovanni 14:6).

Si cominciò a pregare Maria verso la fine del IV secolo d.C. ma certamente se ella fosse stata ancora vivente, non lo avrebbe permesso. Da pia donna qual era non avrebbe accettato l'onore e l'adorazione che appartengono solo a Dio.

Ogni «madonna» ha particolari capacità che non sono quelle di Maria. L'una guarisce gli ammalati, l'altra protegge dalla lava del Vesuvio e un'altra ancora protegge i pescatori. Non è nostra intenzione parlare di questa idolatria che non ha niente a che fare con Maria, che è sempre la stessa e conserva sempre le medesime capacità.

Parliamo piuttosto di Maria, madre di Gesù. Ella evidentemente non fu concepita senza peccato. Infatti, dopo la nascita di Gesù, la troviamo nel tempio per offrire un sacrificio per la sua purificazione (Luca 2:22-24), proprio come facevano tutte le donne ebree (Levitico 12). Inoltre, nella sua preghiera di ringraziamento per essere stata prescelta come madre di Gesù, Maria chiama Dio «...mio Salvatore» (Luca 1:46-47). Ora se ella fosse stata concepita senza peccato, che bisogno aveva di un salvatore?

La Chiesa Cattolica Romana insegna ancora a chiamare Maria «madre di Dio», espressione questa, mai usata nella Bibbia. Infine, se Maria fosse la «madre di Dio», dovremmo concludere che la creatura sia la madre del Creatore cioè di Colui che è sempre esistito (Genesi 1:1; Giovanni 1:1-3, 14).

La Bibbia insegna che Maria è madre della natura umana di Cristo, in quanto egli, nella sua natura divina, esiste in eterno (Giovanni 8:57-58).

La Bibbia ci dice in maniera chiara che Maria era vergine alla nascita di Cristo (Isaia 7:14; Matteo 1:18-20; Luca 1:27-35). Però non abbiamo nessuna prova che ella sia rimasta sempre vergine. Anzi Maria, che era ubbidiente alla volontà di Dio sapeva benissimo che Egli non desidera che le persone sposate restino vergini (Matteo 19:4-6; 1 Corinzi 7:2-5). Infatti ci è detto nella Bibbia che Giuseppe «non la conobbe finch'ella non ebbe partorito un figlio» (Matteo 1:25). Ciò implica che Giuseppe e Maria si «conobbero» dopo la nascita di Gesù. Dire che Maria sia rimasta vergine per tutta la vita, non è affatto onorarla, ma è come dire che Maria non faceva la volontà di Dio.

La Bibbia, inoltre, parla spesso dei fratelli di Gesù. Nel Vangelo di Matteo leggiamo: «Non è questi il figliuol del falegname? Sua madre non si chiama ella Maria, e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone, e Giuda? ...» (Matteo 13:5556). Dopo la nascita di Cristo, quasi ogni volta che la Bibbia parla di Maria, la troviamo insieme ai fratelli di Cristo. Questo ci mostra che vivevano insieme come farebbe ogni famiglia. Alcuni cattolici usano un ragionamento complicato e fra l'altro dicono che i fratelli di Cristo erano in realtà cugini. Questo ragionamento si conclude affermando che uno dei fratelli fu uno dei dodici apostoli. La Bibbia invece dice il contrario: «Neppure i suoi fratelli credevano in lui» (prima della resurrezione) (Giovanni 7:5). Inoltre, la donna, che secondo questa teoria sarebbe la madre dei fratelli di Gesù, cioè non Maria, era ancora viva ed era seguace di Gesù alla morte del Signore. Ma in tutta la Bibbia non troviamo mai i fratelli con questa donna. Li troviamo invece sempre con Maria, madre di Gesù (Matteo 12:46; 13:55-56; Marco 3:31; 6:3; Luca 8:19; Giovanni 2:12).

Altri cattolici, resisi conto della inconsistenza della «teoria dei cugini», sostengono che si parla di fratelli spirituali, e non di parenti per legame di sangue. L'apostolo Giovanni dice però: «Neppure i suoi fratelli credevano in lui» (Giovanni 7:5). Se non credevano, non potevano essere fratelli spirituali. La Bibbia, infine, fa sempre distinzione tra i fratelli spirituali di Gesù (i discepoli ) e suoi fratelli per diritto di sangue. Un esempio lo troviamo in Giovanni 2:12: «Dopo questo, scese a Copernaum, egli con sua madre, co' suoi fratelli e i suoi discepoli; e stettero quivi non molti giorni». Vedi anche Matteo 12:46-50; 13:55-56; Marco 3:31-35; 6:3; Luca 8:19.

Sul fondamento inconsistente della perpetua verginità di Maria, nel corso dei secoli i filosofi hanno costituito una gran torre di favole. Di queste idee, che cercano di attribuire a Maria le prerogative e l'onore che appartengono solo a Dio, non si trova traccia né nella Bibbia né in altri libri di quel periodo. Nella Bibbia troviamo invece che Cristo non permise che si desse a Maria altro onore all'infuori di quello di aver creduto in Dio e di aver ricevuto da lui la benedizione di divenire madre di Gesù: «Or avvenne che, mentre egli diceva queste cose, una donna di fra la moltitudine alzò la voce e gli disse: Beato il seno che ti portò e le mammelle che tu poppasti! Ma egli disse: Beati piuttosto quelli che odono la parola di Dio e l'osservano!» (Luca 11:27-28). Vedi anche Matteo 12:46-50; Marco 3:31-35; Luca 1:42-45.

Quando diamo a Maria ciò che è dovuto a Dio, non onoriamo Maria. 11 solo modo di onorarla è di credere nel suo Figliuolo ed ubbidire all'ordine da lei stessa impartito ai servi durante le nozze di Cana: «Fate tutto quel che [Gesù] vi dirà» (Giovanni 2:5).

ESISTE IL PURGATORIO?

La Bibbia non parla di un luogo dove si può ottenere la purificazione dai peccati al di fuori di Cristo Gesù. Chi rifiuta di credere in Cristo è condannato. Nel Vangelo di Giovanni leggiamo: «Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma lira di Dio resta sopra lui» (Giovanni 3:36). (Vedi anche: Apocalisse 20:15; Luca 16:19-31, soprattutto il versetto 26). Chi accetta Cristo è completamente salvato. «Non v'è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù» (Romani 8:1); e ancora: «Non mi ricorderò più de' loro peccati e delle loro iniquità» (Ebrei 10:17). Vedi Giovanni 3:18; Romani 5:8-11; Ebrei 10:14-18; Salmo 103:12.

Secondo il concetto comune che il sacrificio di Cristo non basta a purgarci dei nostri peccati, un grande peccatore come il ladrone crocifisso con Cristo avrebbe dovuto soffrire molto tempo in purgatorio, ma invece Cristo disse: «Oggi tu sarai meco in paradiso» (Luca 23:43).

Se esistesse il purgatorio e le messe aiutassero a fare uscire le anime dei sofferenti, i ricchi avrebbero un enorme vantaggio pagando messe per abbreviare la pena; mentre i poveri, non avendo di che pagare, dovrebbero affidarsi alla misericordia del prete, sperando che ogni tanto elevi una messa per loro.

Un ex prete affermava: «Se crediamo veramente che la messa salva le anime dal fuoco del purgatorio, perché farsi pagare per farle uscire?» Avrebbe aiutato anche un cane, diceva, se lo avesse visto tra le fiamme, senza neppur pensare al guadagno.

L'idea del purgatorio evidentemente è venuta dai pagani. Virgilio collocava le anime dei defunti in tre luoghi diversi: Tartaro per i dannati; Campi Elisi per i buoni e un luogo di espiazione per i meno cattivi (Eneide 6, 1100-1105).

SU CHI È FONDATA LA CHIESA?

Pietro stesso spiega che il capo della Chiesa è Cristo: «Egli è la pietra che è stata da voi edificatori sprezzata, ed è divenuta la pietra angolare».

«E in nessun altro è la salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati» (Atti 4:11-12).

Nel Vangelo di Matteo leggiamo: «Ed egli disse loro: E voi, chi dite ch'io sia? Simon Pietro, rispondendo, disse: Tu sei il Cristo, il Figliuol dell'Iddio vivente. E Gesù, replicando gli disse: Tu sei beato Simone, figliuolo di Giona, perché non la carne e il sangue t'hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è ne'cieli. E io altresì ti dico: Tu sei Pietro, e su questapietra edificherò la mia Chiesa» (Matteo 16:14-18).

La Chiesa Cattolica Romana, interpretando ciò asserisce che «la pietra», cioè il fondamento della Chiesa è Pietro e sulla errata interpretazione di questo passo fonda e giustifica il papato.

I Cristiani evangelici interpretano questo passo alla luce di altri brani della Bibbia che trattano lo stesso soggetto. Nella Parola di Dio leggiamo: «Poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù» (1 Corinzi 3:11; vedi anche 1 Pietro 2:4-8). Ed ancora: «...essendo Cristo Gesù stesso la pietra, angolare» (Efesini 2:20). Infine, Cristo stesso afferma di essere «la pietra» (Marco 12:1-11).

Tornando al brano di Matteo 16:14-18, appare chiaro che «la pietra» di cui Cristo parla non è Pietro ma la sua confessione di fede cioè Cristo stesso. Infatti, Pietro dice: «Tu sei il Cristo, il Figliuol dell'Iddio vivente».

L'idea del papato che si fonda appunto sull'errata interpretazione di questo unico passo biblico, ha acquistato importanza a poco a poco nel corso dei secoli. Quanto alla infallibilità del papa, questo dogma venne sancito solo nel 1870, nonostante la forte opposizione all'interno del cattolicesimo stesso. Che Pietro, I papa secondo la tradizione cattolica, fosse ben lontano dall'essere infallibile, ce lo mostrano i seguenti passi biblici, in cui egli fu riprovato perché «...era da condannare»: Galati 2:11-14; Matteo 26:69-75.

A CHI DOBBIAMO CONFESSARCI?

Quando i discepoli di Gesù gli chiesero: «Signore, insegnaci a pregare», Egli insegnò loro a pregare direttamente al Padre chiedendo a Lui il perdono dei loro peccati: «Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com'è fatta nel cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano; e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori». Sappiamo che «rimettici i nostri debiti» significa «perdonaci i nostri peccati» perché nel Vangelo di Luca lo stesso versetto dice esplicitamente: «...perdonaci i nostri peccati...» (Matteo 6:9-12, Luca 11:1-43). E' chiaro dunque, che dobbiamo confessarci direttamente a Dio. Così infatti faceva la chiesa nei primi secoli. La dottrina della confessione fatta al prete fu ammessa nella Chiesa Cattolica solo nel 1225, ma ancora prima di quella data già dei sacerdoti avevano iniziato ad ascoltare confessioni e, pur non dando l'assoluzione, pregavano Dio di rimettere i peccati.

A sostegno della confessione al prete, il clero cattolico cita le parole del Vangelo di Giovanni: «A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, saranno ritenuti» (Giovanni 20:2123). Prima di tutto facciamo notare che queste parole non sono dirette agli apostoli, cioè ai dodici, ma ai discepoli, cioè a tutti i suoi seguaci. La prerogativa quindi di rimettere i peccati non è un privilegio riservato al clero, ma è estesa a tutti coloro che credono in Cristo come Signore e Salvatore.

Inoltre, fatto molto importante per intendere il significato delle parole di Gesù, i discepoli, che avevano ricevuto personalmente questo ordine, non ascoltarono mai la confessione di alcuno, ma predicarono l'evangelo dicendo che solo in Cristo Gesù è possibile ottenere la remissione dei peccati (Atti 2:37-38; 10:43 e molti altri passi). Il comportamento dei discepoli è una prova senza possibilità di contestazione che le parole di Gesù si riferivano alla potenza redentrice della predicazione dell'evangelo e non già ad una confessione al prete.

Oltre ciò, l'evangelista Luca, narrando lo stesso episodio di Giovanni 20:21-23, dice: «...che nel suo nome [di Cristo] si predicherebbe ravvedimento e remission dei peccati...» (Luca 24:47). Questo non lascia adito ad alcun dubbio; Cristo non parlò mai di confessare i peccati ad un uomo.

Quanto detto porta con sé un'inevitabile domanda: «Dobbiamo confessarci o no?» Sì, ogni vero cristiano ha il dovere di confessare i propri peccati, ma questa confessione non va fatta ad alcun uomo, in quanto solo Dio ha il potere di rimettere i peccati. L'apostolo Giovanni scriveva: «Se confessiamo i nostri peccati, egli (Dio) è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1 Giovanni 1:9).

CONCLUSIONE

Caro amico, ti abbiamo esposto il chiaro insegnamento della Bibbia. Dio ti invita ad accettare ora la Sua salvezza. Non continuare in un sistema che non è basato sulla verità della Parola di Dio e che porta quelli che lo seguono ad un disastro eterno, una divina condanna.

Dio ti ama ed ha provveduto per te la salvezza per mezzo di Gesù Cristo. Ti invita ad avvicinarti a Lui per ricevere il perdono dei tuoi peccati e la vita eterna. Prendi dunque ora, in questo momento, la decisione di seguire Cristo e la Sua Parola. Solo allora, la tua vita conoscerà la salvezza di Gesù e sarà in pace con Dio.



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Dio ti benedica!


Data: 24/05/2002
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