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Il mio passato sentimentale può farmi sentire abbandonata e sola?

Autore: shedar
Inserito da shedar

PACE SORELLA CARA.TI E VI RINGRAZIO PER COME CON CUORE SEMPRE SERENO SIETE LI SUBITO PRONTI A STARCI ACCANTO...A SOLI 23ANNI MI SENTO TROPPO ABBANDONATA DA OGNI COSA E PERSONA E SEBBENE DIO MI DIMOSTRA LA SUA PRESENZA GIORNO PER GIORNO MI SENTO SEMPRE BUIA E TRISTE...NON RIESCO A CAPIRE QUESTO CONTRASTO DA COSA PUò ESSERE DOVUTO!FORSE UN PO AI VEKKI RICORDI E ALLA VOGLIA DI VOLER RIMANERE ANCORA SENTIMENTALMENTE NEL PASSATO???

GRZIE E KE DIO CONTINUI A DARTI FORZA NEL RISPONDERCI!!



Risposta:

Carissima sorellina, il sentirsi vuoti e abbandonati prescinde dall'età di una persona, e spesso purtroppo molti "credenti" si sentono tristi e vuoti, eppure non mancano mai di testimoniare la presenza di Dio, che sentono ogni giorno.
Ma allora come può coesistere in noi questo "doppio fondo" interiore, e com'è possibile che il Signore sia presente nelle nostre giornate,nonostante in noi la solitudine sia quasi un tormento?
Le risposte possibili sono parecchie, e penso che ciascuna di esse potrebbe perfettamente adattarsi alle singole esigenze e ai bisogni che abbiamo, sia a quelli spirituali che a quelli di natura pratica: ma in realtà e con tutta umiltà, penso che la risposta sia solo una.

Mi capita spesso di sentire(all'interno delle comunità cristiane evangeliche, ma parlo anche di "ambiente evangelico" in ogni senso, quindi dalle chiese ai siti come il nostro), l'espressione "realizzare che il Signore è presente/realizzare la PRESENZA di Dio" e mi chiedo cosa recepisce la persona che legge o che ascolta queste parole,e cosa recepisco io da ciò che dico quando parlo di "realizzare" che Dio c'è, ed è presente.
So bene che quello che dirò probabilmente urterà in un senso le convinzioni di qualcuno, e in un altro senso le mie parole non avranno affatto una melodia gradevole, e forse qualcuno sarà indotto a smettere di leggere oltre, ma sono fermamente convinta di ciò che dico, e come sempre me ne prendo ogni responsabilità.

Penso che ogni cristiano si senta in qualche modo "solo" molte volte, e non tutte le volte è negativo tutto ciò, dipende da come si vive nella solitudine, e con la solitudine. Ma sentirsi abbandonati, quello no. Se un figlio/a di Dio si sente abbandonato, c'è qualcosa che non va. Usiamo molto frequentemente le parole "abbandonato, solo e rifiutato" associandole alla fratellanza, alla chiesa e purtroppo a Dio stesso, ma in realtà, queste sono descrizioni di uno stato d'animo ben specifico, che noi conosciamo molto bene, e che anche tu, sorellina mia, ammetti nella tua lettera.

Dico sempre che la chiesa non è perfetta in sè, ma lo è in Cristo, e che nessuno di noi, per quanto possa sforzarsi, sarà mai un buon cristiano, se non rimane legato alla Luce della Parola di Dio; ma non cadiamo nell'errore di disprezzare ciò che è il sacrificio e l'amore di Cristo per la Sua Chiesa, imperfetta e resa perfetta nel Suo Amore. Cio che qui sulla terra è "errore" è dovuto al nostro essere imperfetti, e l'unico modo per riparare agli errori è lasciare che Dio operi per insegnarci,e non creare una giustizia ipocrita che giustifichi noi stessi davanti alla chiesa ma non davanti a Dio.

Dico questo, perchè spesso, quando diciamo di sentirci soli e abbandonati, puntiamo il dito alla chiesa, ma penso che bisognerebbe avere timore di Dio e ammettere che spesso ci si aspetta che la chiesa faccia cio che noi non facciamo, che dica cio che noi non diciamo, e che si mostri come noi per primi non possiamo mostrarci.
Cio che il nostro cuore si aspetta dai nostri fratelli, noi per primi dovremmo farlo nel concreto, senza rinfacciarcelo, e soprattutto lasciando che sia Dio a ricompensarci.

Tu dici "rimanere ancora sentimentalmente nel passato", e questo è molto, molto importante. Il passato, molto spesso, è la catena piu pericolosa di cui si serve il diavolo, per tenerci legati ai ceppi della pigrizia dello Spirito e all'isolamento.
Il pensare ai ricordi malinconici, a una persona che forse ci ha respinti e ci ha spezzato il cuore, diventa incomprensibilmente l'unica cosa che vogliamo fare, e il dolore che proviamo ci da una falsa pervenza di calore.
Ripensare a cose vecchie, in cui pensavamo di essere amati e felici, ci impedisce di chiedere a Dio di abbattere il muro ormai pieno di crepe, e rimaniamo legati a noi stessi come eravamo "prima", impedendo cosi a Dio di aprire una nuova via per noi.
E quindi non abbiamo voglia di uscire con i nostri amici della chiesa, o di passare un pomeriggio con una amica che ci invita a fare una passeggiata, frequentare i culti diventa pesante, perche cio che è nella nostra mente è solo il passato che non c'è piu.

E' per questo che sentiamo la presenza di Dio solo a metà: lo Spirito Santo si muove in noi cercando di farci reagire a cercare il rinnovamento, e ci mostra come sta diventando buia la nostra vita, e il Signore ci sussurra che questo non è cio che vuole per noi.
E' cosi che NON realizziamo la Sua presenza, ma permettiamo a Dio di parlare a metà, di mostrarsi a metà, e di operare a metà per noi.

Ecco dove desideravo arrivare, sorellina mia: siamo solo NOI stessi che ci stiamo abbandonando al passato, o a qualcosa a cui Dio ci invita a lasciare, un peso che non è per noi, un amore che non era amore, una persona che non è quella che il nostro Signore vuole accanto a noi,dei pensieri che non sono quelli che il Signore può rendere una benedizione.
Noi vogliamo stare soli, perchè non troviamo in nessuno, nemmeno in Dio stesso, ciò che desideriamo, ciò che ci fa piangere cosi tanto, perchè tanto abbiamo amato...forse TROPPO.

L'amore è un dono di Dio, ma non è portatore di isolamento, di rancore, di rabbia, e di tristezza. L'amore spera ogni cosa, l'amore sogna, l'amore canta, l'amore profuma la nostra vita insieme a chi vogliamo bene e non ci rende egoisti.

Tutti siamo chiamati ad amare davvero a fatti, ma questi fatti devono profumare di amore, e se non è cosi, il Signore lo sa.

Vivi sorellina mia, e vivete tutti fratelli, ma che la nostra vita sia un profumo di noi stessi in Cristo, non una recita, non una conferenza, non una polemica, non un saggio di dottrina, non un romanzo della nostra vita, ma di come Dio ci ha cambiati affinchè lodassimo il Suo amore per noi, affinchè l'amore ci faccia abbracciare, danzare, consolare e AMARE per come siamo e non per come VORREMMO CHE FOSSIMO per alleviare le nostre delusioni.

Coraggio allora! Coraggio, il Signore è con te, e ciò che Lui dona è bello e non delude.
Dio ti benedica, ora e sempre.

Con affetto fraterno Cinzia


Data: 13/10/2007
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